Il progetto preliminare parla di “forma ribelle”, con l’intento di caratterizzare in maniera autonoma il nuovo corpo aggiunto della palestra. Abbiamo condiviso questa impostazione, convinti del fatto che sia impossibile continuare l’idea formale e architettonica di un organismo pensato con i criteri di 40 anni fa.
Pescando nel repertorio dell’architettura italiana del dopoguerra, il riferimento più consono che abbiamo trovato è la realizzazione “casa minima” dell’architetto Pino Pizzigoni, alla quale ci siamo idealmente riferiti per confermare la scelta del progetto preliminare e adeguarla alla proposta del progetto definitivo.